La sospensione dei fondi USA per gli aiuti internazionali non limiterà il lavoro di CNEWA in Medio Oriente, Africa nord-orientale, India ed Europa orientale.
“Voglio rassicurare tutti: il lavoro della CNEWA non è a rischio”, ha dichiarato Mons. Peter I. Vaccari, presidente dell’associazione, in un messaggio ai donatori e ai sostenitori.
“Anzi, prevediamo un aumento delle richieste di aiuto e stiamo monitorando attentamente la situazione”.
La CNEWA, in quanto associazione della Santa Sede, non dipende dai finanziamenti del governo degli Stati Uniti. Le sue attività sono sostenute dalla generosità di persone di buona volontà in tutto il mondo, da fondazioni familiari, organizzazioni private e partner della comunità cattolica globale. Grazie a questo sostegno, gli uffici regionali della CNEWA restano operativi e il nostro personale sul campo continua a lavorare a stretto contatto con le Chiese orientali locali, offrendo aiuti concreti e sostegno spirituale a chiunque ne abbia bisogno, senza distinzioni di fede. Questo impegno, costruito sulla fiducia reciproca, è la base su cui a CNEWA si prepara a entrare nel suo secondo secolo di servizio.
Tuttavia, la sospensione e la possibile eliminazione dei finanziamenti statunitensi avranno conseguenze gravi per le Chiese e le comunità che serviamo.
“La generosità del popolo americano è straordinaria, e il governo degli Stati Uniti ha rappresentato una fonte fondamentale di aiuti umanitari, garantendo servizi essenziali in molte delle aree in cui operiamo” ha dichiarato Mons. Peter I. Vaccari, presidente della CNEWA. Ha poi citato alcuni esempi concreti: programmi per proteggere i bambini di strada in Etiopia dal traffico di esseri umani, servizi idrici e igienico-sanitari a Gaza e in Cisgiordania, e la fornitura di cibo e medicinali salvavita per le persone in condizioni disperate in Libano.
“Siamo profondamente consapevoli del rischio di una globalizzazione dell’indifferenza e facciamo di tutto per evitarlo”, ha aggiunto Mons. Vaccari. “Non possiamo mai essere indifferenti!”.
“La parabola del buon Samaritano – ha ricordato – ci invita a riscoprire la nostra vocazione come cittadini, non solo delle nostre nazioni, ma dell’intero mondo. Come ha scritto Papa Francesco nella sua enciclica Fratelli Tutti, siamo chiamati a prenderci cura gli uni degli altri”.
“La missione della CNEWA rappresenta una sfida importante: seguire l’esempio del buon Samaritano, ‘Va’ e anche tu fa’ lo stesso’, curando le ferite di un mondo lacerato e rispondendo alla domanda posta a Gesù: ‘E chi è il mio prossimo?’”.
“Questo è ciò che siamo come cattolici”, ha concluso. “Questo è ciò che facciamo. Grazie per essere con noi nel nostro impegno a cambiare la vita di innumerevoli persone, fedeli al grande comando di Gesù: ‘Va’ e anche tu fa’ lo stesso’”.