La Diocesi Episcopale di Gerusalemme ha condannato con fermezza l’attacco all’Ospedale Al-Ahli Arab, situato nel cuore di Gaza City, sottolineando l’importanza di rispettare la “santità del luogo, protetta dal diritto internazionale”. La diocesi ha ribadito che le strutture sanitarie devono essere considerate spazi sicuri, inaccessibili alla violenza, anche nei momenti più drammatici di un conflitto armato.
L’attacco è avvenuto la mattina del 5 giugno, quando l’esercito israeliano ha aperto il fuoco contro il cortile del complesso ospedaliero. Il bombardamento ha provocato la morte di sei persone: quattro erano giornalisti che si trovavano sul posto per documentare la situazione, e due erano civili, tra cui un padre che stava accompagnando suo figlio alla chirurgia per ricevere cure a seguito di precedenti ferite. Almeno trenta persone sono rimaste ferite, tra cui quattro membri del personale dell’ospedale.
La CNEWA – Pontificia Missione sostiene l’Ospedale Al-Ahli da molti anni, riconoscendolo come una presenza fondamentale nella rete sanitaria di Gaza. La struttura era già stata colpita nell’ottobre del 2023. A partire da gennaio 2024, la collaborazione con CNEWA si è ulteriormente rafforzata, per garantire cure mediche d’emergenza a una popolazione sempre più colpita da traumi fisici e psicologici.
In una dichiarazione diffusa dopo l’attacco, la diocesi ha elogiato il lavoro instancabile di medici, infermieri e operatori sanitari in tutta la Striscia di Gaza, che continuano a prestare assistenza, spesso in condizioni estreme, a migliaia di civili feriti.
La diocesi ha infine rivolto un appello urgente alla comunità internazionale affinché si faccia rispettare la Quarta Convenzione di Ginevra e ha invitato tutti a pregare per la pace, per la liberazione degli ostaggi, per il sostegno a chi soffre la fame e per la ricostruzione delle case e delle infrastrutture distrutte.