CNEWA Italia

Guerra Israele-Gaza: una catena di odio che non si ferma

Il Cardinale Pietro Parolin, Segretario di Stato della Santa Sede, ha parlato a Vatican Media della violenza in Terra Santa, dell’aumento dell’antisemitismo e delle speranze per uno Stato palestinese, alla vigilia del secondo anniversario del conflitto.

CITTÀ DEL VATICANO (CNS) — Il Cardinale Pietro Parolin ha definito “disumano e ingiustificabile” l’attacco di Hamas contro Israele di due anni fa. Ha aggiunto che la guerra di Israele contro Gaza, durata due anni, ha avuto “conseguenze disastrose e disumane”.

“È inaccettabile e ingiustificabile ridurre le persone umane a mere vittime collaterali”, ha detto il Cardinale.

L’intervista è avvenuta il 6 ottobre, alla vigilia del secondo anniversario dell’attacco terroristico e dell’inizio della massiccia offensiva israeliana sulla Striscia di Gaza.

“Abbiamo pregato e continuiamo a farlo, così come continuiamo a chiedere di porre fine a questa spirale perversa di odio e di violenza che rischia di trascinarci in un abisso senza ritorno”, ha affermato.

Come Papa Francesco e poi Papa Leo hanno fatto quasi ogni settimana, il Cardinale ha chiesto a Hamas di liberare gli ostaggi presi il 7 ottobre 2023.

“Mi colpiscono profondamente e mi addolorano le immagini di queste persone tenute prigioniere nei tunnel e ridotte alla fame. Non possiamo né dobbiamo dimenticarci di loro”, ha detto.

Cardinale Pietro Parolin, Segretario di Stato della Santa Sede
Il Cardinale Pietro Parolin, Segretario di Stato della Santa Sede, ha parlato a Vatican Media il 6 ottobre in occasione del secondo anniversario dell’attacco di Hamas contro Israele e della guerra di Israele a Gaza. (Foto di CNS / Lola Gomez)

Hamas avrebbe ancora 20 ostaggi vivi e i corpi di altri 25 morti in prigionia.

Il Cardinale ha poi aggiunto “Esprimo loro tutta la mia vicinanza, nella preghiera quotidiana per le loro sofferenze, continuando ad assicurare tutta la nostra disponibilità a fare ciò che è possibile perché possano riabbracciare i loro cari sani e salvi o almeno riavere i corpi di chi è stato ucciso, perché siano degnamente sepolti”.

Come Papa Leo durante l’udienza giubilare del 4 ottobre, il Cardinale ha condannato i crescenti segni di antisemitismo nel mondo.

“Viviamo di fake news, della semplificazione della realtà.”, ha detto. “E ciò porta chi si alimenta di queste cose ad attribuire agli ebrei in quanto tali la responsabilità per ciò che accade oggi a Gaza. Lo sappiamo che non è così: ci sono anche tante voci di forte dissenso che si levano dal mondo ebraico contro la modalità con cui l’attuale governo israeliano ha operato e sta operando a Gaza”. Molti contestano anche la politica di “espansionismo spesso violento dei coloni”, che “vuole rendere impossibile la nascita di uno Stato Palestinese”.

“Nessun ebreo deve essere attaccato o discriminato in quanto ebreo, nessun palestinese per il fatto di essere tale deve essere attaccato o discriminato perché – come purtroppo si sente dire – ‘potenziale terrorista’”.

Questa “perversa catena dell’odio è destinata a generare una spirale che non può portare nulla di buono. Spiace vedere che non si riesca a imparare dalla storia, anche recente, che resta maestra di vita”.

Riguardo al piano di pace proposto dal presidente USA Donald Trump, il Cardinale ha detto: “Qualunque piano che coinvolga il popolo palestinese nelle decisioni sul proprio futuro e permetta di finire questa strage, liberando gli ostaggi e fermando l’uccisione quotidiana di centinaia di persone, è da accogliere e sostenere”.

Ha espresso però frustrazione per l’incapacità della comunità internazionale di agire.

“Non basta dire che è inaccettabile quanto avviene e poi continuare a permettere che avvenga”, ha detto. “C’è da porsi delle serie domande sulla liceità, ad esempio, del continuare a fornire armi che vengono usate a discapito della popolazione civile”. Il Cardinale ha ricordato che la Santa Sede ha riconosciuto ufficialmente lo Stato di Palestina nel 2015. Da decenni sostiene “uno Stato di Palestina che sia indipendente, sovrano, democratico e praticabile, inclusivo della Cisgiordania, di Gerusalemme Est e di Gaza”.

L’accordo firmato con i rappresentanti palestinesi “individua questo Stato non in opposizione ad altri, ma capace di vivere fianco a fianco dei suoi vicini, in pace e in sicurezza”.

Il riconoscimento della Palestina da parte di Francia, Regno Unito, Canada e Australia a fine settembre è stato un segnale positivo, ha detto il Cardinale. Ma ha aggiunto “non possiamo non notare con preoccupazione che le dichiarazioni e le decisioni israeliane vanno in una direzione opposta e, cioè, intendono impedire per sempre la possibile nascita di un vero e proprio Stato palestinese”.

Cindy Wooden, Catholic News Service

Post recenti

Scopri chi siamo e resta aggiornato sull'impatto del tuo supporto.

Nous constatons que votre préférence linguistique est le français.
Voudriez-vous être redirigé sur notre site de langue française?

Oui! Je veux y accéder.

Hemos notado que su idioma preferido es español. ¿Le gustaría ver la página de Asociación Católica para el Bienestar del Cercano Oriente en español?

Vee página en español

Condividi