Solo pochi mesi dopo l’invasione su larga scala della Russia in Ucraina, CNEWA è stata “la prima delegazione ufficiale cattolica degli Stati Uniti a visitare il paese durante il conflitto”, ha affermato l’arcivescovo Borys Gudziak, dell’Arcieparchia Cattolica Greca Ucraina di Filadelfia durante la conferenza annuale della Catholic Media Association (Associazione dei media cattolici), che quest’anno si è tenuta ad Atlanta dal 18 al 21 giugno.
La delegazione, guidata dal cardinale Timothy M. Dolan, arcivescovo di New York e presidente del Consiglio di amministrazione della CNEWA, includeva anche Mons. Peter I. Vaccari, presidente di CNEWA, e Michael J.L. La Civita, direttore delle comunicazioni di CNEWA.
“La gente ricorda molto bene la vostra visita, quella del Cardinale Dolan e della CNEWA”, ha affermato Gudziak.
“Il vostro arrivo due anni fa ha portato speranza e aiuti umanitari alle organizzazioni ucraine di ispirazione religiosa e a chi aiutava i rifugiati ucraini in Europa. È stato un contributo preziosissimo”, ha aggiunto.
“Voi fornite riparo, cibo e conforto agli sfollati, e i vostri reportage attraverso la rivista ONE sono stati indispensabili in tempi di turbolenza”.
L’arcivescovo è poi intervenuto via Zoom da Leopoli il 21 giugno, dopo aver ricevuto il Faith & Culture Award (“premio fede e cultura”) della CNEWA, ritirato a suo nome da Mariana Karapinka, direttrice delle comunicazioni dell’arcieparchia, durante la conferenza di Atlanta.
“Sono profondamente onorato di ricevere questo premio della CNEWA”, ha commentato l’Arcivescovo. “Vorrei ringraziare Mons. Vaccari e tutto il team della CNEWA per questo riconoscimento e per il loro costante sostegno alle chiese orientali di tutto il mondo e alla nostra Chiesa cattolica ucraina”.
Il premio, istituito nel 2022, è stato consegnato da Mons. Vaccari all’Arcivescovo Borys per la sua costante promozione della dignità innata di ogni figlio di Dio, specialmente in questo periodo di paura, rabbia e collera. La scorsa settimana, l’Arcivescovo ha pubblicato una dichiarazione in cui incoraggiava “tutti i cristiani e le persone di buona volontà” ad “astenersi dalla violenza politica di qualsiasi tipo” e a perseguire invece la pace “attraverso il dialogo e la ricerca della giustizia”.
In numerose occasioni l’Arcivescovo Borys ha scritto per la rivista principale della CNEWA, ONE, , la più recente delle quali è “A Letter From Ukraine” (Lettera dall’Ucraina) nell’edizione del settembre 2022. È anche membro del Dicastero per le Chiese orientali, del Dicastero per la Comunicazione e del Sinodo permanente della Chiesa greco-cattolica ucraina.
Parlando a un pubblico di giornalisti cattolici, l’Arcivescovo Borys ha posto l’attenzione sull’importanza della “ricerca della verità” e su cosa significhi proclamare la “buona novella”.
“Ci sono poche notizie confortanti che arrivano dall’Ucraina devastata dalla guerra. Tuttavia, ci sono verità e speranza”, ha aggiunto. “Il buon giornalismo cattolico può offrire una narrazione alternativa alla disperazione e al cinismo”.
A questo proposito ha sottolineato che è importante raccontare la realtà di chi soffre, le sfide che affrontano e la verità della tragedia. “La speranza non è ottimismo cieco” ha aggiunto.
“In definitiva, è Dio che porta avanti la storia”. Questo è ciò che la CNEWA ha portato in Ucraina nel maggio 2022. Questo è ciò che ci insegna la resilienza dell’Ucraina. Questo è il senso del buon giornalismo cattolico. Vi ringrazio molto”.