Negli ultimi anni, la situazione dei cristiani in Terra Santa è diventata sempre più difficile a causa dei continui conflitti e delle tensioni politiche. La comunità cristiana, già minoritaria, vive tra crescenti difficoltà economiche, emigrazione e restrizioni alla libertà religiosa, con un futuro incerto nelle terre che da secoli sono centro della loro fede. Sono proprio quei cristiani che, ancora oggi, sono rimasti in quelle terre che Fra Francesco Patton, Custode di Terra Santa, associa al concetto di martirio.
“C’è un martirio, una testimonianza della vita, che passa anche attraverso vicende che non comportano la morte cruenta”. Il fatto che questi uomini non abbiano voluto abbandonare la loro casa, ma al contrario, sono rimasti in quei territori senza cercare lo scontro con il nemico, ma portando aiuti a tutti, questo è un segno forte di testimonianza della fede e dell’amore di Dio.
Testimonianza riportata anche da Suor Nabila Saleh, Religiosa egiziana delle Suore del Rosario, che ha vissuto con i Cristiani della Striscia di Gaza tutte le sofferenze provocate dai bombardamenti e le durissime condizioni di sopravvivenza durante i primi mesi del conflitto scaturito dopo gli attacchi del 7 ottobre. “Noi siamo il sale della terra e la luce del mondo. La presenza del cristianesimo in un Paese a maggioranza musulmana è molto importante perché non basta annunciare il vangelo con la bocca, ma con il nostro lavoro aiutare tutti, senza discriminazione…Noi abbiamo la speranza che il Signore è lui che dirige la storia, non gli uomini, nonostante il male che l’uomo può portare, il Signore ripara tutto”. Questo è il messaggio di fede che Suor Nabila ha voluto dare, ed è il messaggio di fondo di tutti che tutti gli ospiti hanno voluto portare nei loro interventi durante questa giornata.
Un invito per tutti alla speranza e alla fede che è Dio che conduce la storia dell’umanità e che, come Cristo è passato dalla morte per la salvezza di ogni uomo, così anche questi fatti di guerra e distruzione possono essere opportunità per dare testimonianza dell’Amore di Dio ricevuto per poter portare l’annuncio della Risurrezione, o per usare le parole di fra Matteo Brena passare “dalle ferite alla vita”.
È stata una giornata di confronto intensa e ricca di speranza, che ha permesso a tutti i presenti di riflettere profondamente sulle sfide attuali e sulle responsabilità che siamo chiamati a prendere in prima persona.
In un momento di grande necessità come quello che stanno vivendo le popolazioni colpite, è fondamentale che il nostro aiuto non resti solo un ideale, ma si traduca in gesti concreti. È proprio in queste circostanze che possiamo mettere in pratica il grande comandamento che Cristo ci ha donato: amarci gli uni gli altri, offrendo sostegno e solidarietà a chi ne ha più bisogno.