CITTÀ DEL VATICANO – Papa Francesco, è scomparso il 21 aprile 2025 all’età di 88 anni. Durante il suo pontificato ha ridato energia a milioni di cattolici e, al tempo stesso, ha suscitato in alcuni preoccupazioni, trasformando l’immagine del papato in un ministero pastorale fondato sull’incontro personale e su profonde convinzioni riguardo a povertà, missione e dialogo.
Il Cardinale statunitense Kevin J. Farrell, camerlengo della Chiesa Romana, ha annunciato che il Papa si è spento alle 7:35 del mattino.
“Ha dedicato tutta la sua vita al servizio del Signore e della sua Chiesa”, ha dichiarato il Cardinale Farrell in un videomessaggio trasmesso dalla cappella della Domus Sanctae Marthae, dove Papa Francesco risiedeva.
I suoi gesti – dagli abbracci affettuosi agli ammalati alle visite frequenti ai detenuti – hanno toccato il cuore di milioni di persone. Tuttavia, non sono mancate le critiche, soprattutto per le sue posizioni contro il capitalismo sfrenato, per gli allarmi sul cambiamento climatico e per l’invito ad accompagnare, anziché giudicare, le persone omosessuali.

Colpito da bronchite e difficoltà respiratorie, Papa Francesco era stato ricoverato al Policlinico Gemelli il 14 febbraio. Gli fu diagnosticata una polmonite bilaterale con complicazioni infettive. Rientrò in Vaticano il 23 marzo per proseguire la convalescenza.
La misericordia di Dio è stata un filo conduttore nella predicazione del Papa, al punto da portarlo a proclamare uno straordinario Giubileo della Misericordia, celebrato dall’8 dicembre 2015 al 20 novembre 2016.
Eletto il 13 marzo 2013, Francesco è stato il primo papa dell’emisfero sud, il primo non europeo dopo quasi 1300 anni e il primo gesuita a salire al soglio di Pietro.
Nei primi tre anni di pontificato, ha pubblicato tre testi fondamentali: Evangelii Gaudium, che delineava il suo programma pastorale con attenzione all’evangelizzazione e al dialogo con la cultura secolare; Laudato Si’, sull’ambiente; e Amoris Laetitia, che rifletteva sui Sinodi del 2014 e 2015 dedicati alla famiglia.
Nel marzo 2018 ha pubblicato l’esortazione apostolica Gaudete et Exsultate, dedicata alla santità, sottolineando come essa cresca attraverso piccoli gesti quotidiani e atti d’amore, e non sia né noiosa né irraggiungibile.
Seguendo le orme dei suoi predecessori, Francesco ha levato costantemente la voce per la pace, chiedendo la fine dei conflitti, promuovendo il dialogo e incoraggiando la riconciliazione. Ha definito “una follia” l’invasione russa dell’Ucraina e ha consacrato Russia e Ucraina al Cuore Immacolato di Maria. Dopo l’attacco di Hamas nel 2023, ha invocato la liberazione degli ostaggi, una tregua umanitaria e l’impegno per una pace negoziata.
Nel promuovere pace, solidarietà e cura del creato, ha insistito sul riconoscersi tutti fratelli e sorelle. A questo ha dedicato l’enciclica Fratelli Tutti, firmata ad Assisi il 4 ottobre 2020.
Durante i primi nove anni di pontificato, Papa Francesco ha lavorato a due grandi progetti: rilanciare la missione evangelizzatrice della Chiesa e riformare la Curia romana, ridefinendola come servizio ai vescovi e non come centro direttivo.

Il 19 marzo 2022, nono anniversario dell’inizio del pontificato, ha promulgato Praedicate Evangelium, la nuova costituzione apostolica per la Curia, che ne ha riorganizzato profondamente le strutture.
Con uno stile sobrio – ha scelto di vivere alla Domus Sanctae Marthae e di spostarsi con auto semplici – ha lanciato un messaggio forte di austerità e ha ribadito che povertà e semplicità sono esigenze evangeliche.
Pur dichiarando di non amare viaggiare, ha compiuto 47 viaggi internazionali, annunciando la gioia del Vangelo nei cinque continenti.
Jorge Mario Bergoglio era nato a Buenos Aires il 17 dicembre 1936. Dopo il diploma da tecnico chimico, entrò nel noviziato della Compagnia di Gesù nel marzo 1958. Studiò lettere a Santiago del Cile, poi ottenne la licenza in filosofia presso il Collegio San José di San Miguel.
Ordinato sacerdote il 13 dicembre 1969, divenne gesuita professando i voti perpetui. Successivamente, nel 1973 fu nominato maestro dei novizi e poi provinciale dei gesuiti in Argentina, ruolo che più tardi riconobbe di aver svolto con eccessiva severità e decisionismo.
Nel 1992 fu nominato Vescovo ausiliare di Buenos Aires, ne divenne coadiutore nel 1997 e Arcivescovo nel 1998. Nel 2001 Giovanni Paolo II lo nominò Cardinale.

Alla guida di una diocesi con oltre 2,5 milioni di fedeli, visse in un modesto appartamento, si spostava in autobus, cucinava da solo e visitava frequentemente i poveri.
La sua figura emerse a livello internazionale durante la conferenza di Aparecida del 2007, organizzata dal CELAM (Consiglio episcopale latino-americano). Fu incaricato di redigere il documento finale, incentrato sul rinnovamento della missione evangelizzatrice.
All’interno del Collegio cardinalizio, godeva di grande stima. Secondo una nota rivista italiana, fu il secondo più votato in tutti gli scrutini del conclave del 2005.
Con le dimissioni di Benedetto XVI, emerse nei giorni precedenti il conclave del 2013 la necessità di una riforma della Curia. Il Cardinale Bergoglio, nel suo intervento, mise in guardia contro l’autoreferenzialità e il “narcisismo teologico”, invitando a una Chiesa capace di uscire verso le periferie esistenziali.
Fu eletto il 13 marzo, al secondo giorno del conclave, al quinto scrutinio. Scelse il nome Francesco in onore del Santo d’Assisi, simbolo di povertà, pace e amore per il creato.
“Uscire” è stata una delle sue esortazioni più frequenti, rivolta a tutti: cardinali, parroci, fedeli. Diceva spesso che oggi Gesù non bussa più per entrare, ma per uscire dalle chiese e andare verso la gente.
Ha ricevuto numerose critiche per la gestione, da alcuni ritenuta incoerente, della crisi degli abusi nel clero, soprattutto per le difficoltà nel ritenere responsabili i vescovi coinvolti e per i ritardi nell’allontanamento dei colpevoli.
Il suo pontificato ha segnato un passo importante nel dialogo con la Cina comunista sulla nomina dei vescovi. L’accordo provvisorio del 2018, rinnovato più volte, è stato criticato da chi lo ha visto come un tradimento dei cattolici fedeli alla Chiesa clandestina.
Come i suoi predecessori, Francesco ha difeso con forza la sacralità della vita. Nel 2014, ai medici cattolici, disse che ogni vita è sempre sacra e sempre degna, senza distinzioni di valore.
Difendere i più indifesi significava per lui anche farsi voce dei detenuti, delle vittime di guerra e dei cristiani perseguitati per la fede.
Quando gruppi terroristici come l’ISIS colpivano in Siria, Iraq e Nord Africa, Papa Francesco chiese un deciso intervento della comunità internazionale.
Ripeteva spesso che oggi i martiri cristiani sono più numerosi di quelli dei primi secoli e che il mondo non può continuare a voltarsi dall’altra parte.