Nel pieno della folle guerra che sta coinvolgendo spietatamente la Terra Santa, l’arcivescovo di New York, Cardinal Timothy Dolan, lo scorso 12 aprile ha visitato la Terra Santa, durante cinque giorni, per offrire speranza nonostante le crescenti agitazioni e tensioni.
Nel corso della sua visita, il cardinale Dolan ha incontrato i capi delle Chiese cattoliche di Gerusalemme con l’obiettivo di rafforzare lo spirito di solidarietà, unità e cooperazione umanitaria. Durante la sua visita ha anche visitato le istituzioni umanitarie che fanno capo alla Chiesa nella città di Betlemme. Sul piano politico, il Cardinale ha fatto visita al Presidente palestinese e al suo omologo israeliano, esortandoli a lavorare per raggiungere una pace duratura nella regione.
Cardinale Timothy Dolan:
“Devo essere sincero, abbiamo visto motivi per piangere, abbiamo visto anche motivi per sorridere. Vediamo l’oscurità, vediamo la luce, vediamo la morte, vediamo la resurrezione. Pensiamo a dove saremo tutti se solo per un momento non si spendessero soldi in armi, noi saremo capaci di spendere soldi in case, ospedali, scuole, case per gli anziani. Pensate a come ciò potrebbe valorizzare la sacralità della vita umana e aiutarci a vivere con dignità. Pensate a come ciò ci renderebbe tutti più sicuri, e desiderosi di pace”.
In qualità di presidente del Consiglio di amministrazione della CNEWA, il Cardinale Timothy Dolan, insieme al Patriarca latino di Gerusalemme, il Cardinale Pierbattista Pizzaballa, e a Mons. Peter Vaccari, presidente della CNEWA, hanno celebrato il 13 aprile una Messa di ringraziamento in occasione del 75° anniversario della fondazione di Pontificia Missione a Gerusalemme, con sede presso la Chiesa di Notre Dame. Il giorno successivo, il Cardinale Dolan ha celebrato ancora nella Chiesa latina dell’Annunciazione a Bayt Jala con un gruppo di fedeli locali. Fin dalla sua fondazione, Pontificia Missione opera per rispondere ai bisogni della comunità locale, alleviando le sofferenze e preservando la dignità delle persone.
Joseph Hazboun, direttore regionale della CNEWA-Pontificia Missione a Gerusalemme:
“Siamo molto contenti di questa visita per più di un motivo: in primo luogo perché rafforza il legame tra la Pontificia Missione e la comunità locale. In secondo luogo, perché mette in luce il lavoro, i programmi e i progetti della Pontificia Missione, realizzati nel nome di Sua Santità il Papa. Questa è infatti la missione del Santo Padre per il soccorso e lo sviluppo della Terra Santa.
“La sua visita getta luce anche su diversi aspetti della vita cristiana in Terra Santa, dalle Chiese occidentali e orientali agli ordini monastici, e alle istituzioni ecclesiastiche che forniscono preziosi servizi in Terra Santa in più di un settore”.
“Gli incontri del Cardinale con la comunità locale hanno anche confermato che la presenza cristiana in Terra Santa è il fermento di questa terra, poiché oltre il 40% dei palestinesi dipende dai servizi offerti dalle sue istituzioni”.
La Pontificia Missione a Gerusalemme ha voluto organizzare incontri tra il Cardinale Dolan e i profughi palestinesi del campo di Aida, nel distretto di Betlemme. Ha inoltre tenuto seminari per rafforzare lo spirito di dialogo e di comprensione tra le diverse religioni, affrontando temi come l’incitamento all’odio e l’uso improprio dei social media per alimentare tensioni sociali.
Cardinale Timothy Dolan:
“Quindi, il cammino verso la pace non riguarda le armi militari, né i soldi, e nemmeno la politica, sebbene tutti questi aspetti abbiano il loro peso. Il vero cammino è l’amore, il servizio, la preoccupazione per coloro che soffrono, e sono così felice di vedere tutto ciò”.
A causa dell’escalation del conflitto in Terra Santa durante la sua visita, il Cardinale Dolan ha dovuto interrompere il viaggio in anticipo, tornando a New York il 16 aprile.
La formula per raggiungere la pace che il cardinale Timothy Dolan ha portato con sé, che si basa sull’amore, è l’unica formula per la salvezza dal flagello delle guerre, della distruzione e del pianto, ovunque si trovino. Chi ha orecchi, intenda.