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La CNEWA-Pontificia Missione interviene nella crisi in Libano

Con l’aumento dei raid aerei in Libano, l’ufficio di Beirut della CNEWA-Pontificia Missione, insieme ai partner locali, sta fornendo aiuti di emergenza per sostenere le persone sfollate e in condizioni di vulnerabilità.

L’intensificazione dei bombardamenti israeliani è seguita all’uccisione del leader di Hezbollah, Hassan Nasrallah, avvenuta il 27 settembre intorno alle 18:20. Si è trattato dell’attacco più devastante da parte di Israele in Libano dal 2006, che ha distrutto decine di edifici. Poche ore dopo, l’esercito israeliano ha ordinato l’evacuazione di vari quartieri nel sud di Beirut, tra cui Hadath, Laylaki e Burj El Barajneh, generando panico e una fuga di massa verso zone più sicure.

In seguito, altri 100 attacchi aerei hanno colpito il sud del Libano, Baalbek-Hermel, Shuf, Jezzin, Nabatiye, Kisrawan, Sidone, Zahle, e le periferie meridionali di Beirut.

L’Aeroporto Internazionale di Beirut-Rafic Hariri, unico scalo commerciale operativo del paese, ha visto drasticamente ridursi il traffico aereo, con solo pochi voli disponibili. La maggior parte delle compagnie ha sospeso i collegamenti con il Libano per giorni o settimane, data l’escalation del conflitto.

Ad oggi, oltre un milione di persone ha dovuto abbandonare le proprie case, in particolare nel sud del Libano, nella Valle della Beqa’, a Baalbek, nel distretto dello Shuf e a Beirut. Circa 700 strutture, tra scuole, centri pubblici e chiese, ospitano gli sfollati; altre persone hanno trovato alloggio presso parenti o hanno affittato case, ma molti sono ancora senza riparo. Numerosi libanesi hanno accolto con generosità i profughi che hanno dovuto lasciare tutto. Dal 23 settembre, più di 2.000 persone hanno perso la vita, 10.000 risultano disperse e circa 7.000 sono ferite, oltre a un milione di sfollati.

La situazione è critica. I rifugi non sono sufficienti per il numero crescente di sfollati, e molti di quelli attualmente disponibili, come scuole e centri pubblici, non sono attrezzati per rispondere alle necessità di base. Migliaia di persone dormono a terra, senza materassi né coperte; molti anziani, disabili e persone con malattie croniche sono senza farmaci o altri beni essenziali.

Le esigenze principali includono materassi, coperte, cuscini, cibo, kit igienici, farmaci e carburante per illuminazione e riscaldamento, specialmente nelle zone rurali.

Come misura iniziale, il Ministero dell’Istruzione ha sospeso le lezioni in tutte le scuole e università, pubbliche e private, fino al 7 ottobre, con la possibilità di estendere il provvedimento a seconda dell’evoluzione della crisi. È stato inoltre istituito un comitato di emergenza, guidato dal Ministro dell’Ambiente, per coordinare le operazioni con enti governativi, scuole, municipalità, partiti politici, organizzazioni non governative e la Croce Rossa Libanese.

La CNEWA-Pontificia Missione si è messa in contatto con i suoi partner principali, tra cui:

  • Il Vescovo Hanna Rahme, vescovo maronita di Deir El-Ahmar e Baalbek nella Beqa’, ci ha riferito che la situazione a Deir El-Ahmar è drammatica: migliaia di sfollati interni hanno cercato rifugio nell’area. Molti parrocchiani hanno aperto le proprie case per accogliere i bisognosi, e alcuni ospitano oltre 30 persone. Più di 4.300 persone sono sistemate in scuole, centri parrocchiali e abitazioni sparse nei villaggi, ma mancano materassi, coperte e farmaci. A causa della scarsità di carburante e dei problemi con la rete elettrica, gli sfollati nei rifugi, soprattutto scuole, possono contare solo su sette ore di elettricità al giorno, fornite da generatori privati, che hanno costi elevati. Padre Youhanna Maroun Naddaf, parroco e coordinatore dell’iniziativa diocesana a sostegno degli sfollati, ha dichiarato che sono riusciti a distribuire solo 700 materassi per oltre 4.300 persone. Molti dormono direttamente a terra, senza coperte. Le necessità più urgenti sono materassi, coperte, cibo, latte per bambini, kit igienici, farmaci e carburante, ma il governo ha già comunicato di non poter soddisfare tutte queste richieste.
  • Le Suore del Buon Pastore di Deir El-Ahmar sono presenti e attive nella Beqa’ da decenni, fornendo istruzione ai poveri, oltre a corsi di recupero e sostegno psicosociale agli studenti e alle famiglie siriane che vivono nelle tende a seguito della guerra in Siria. Secondo suor Rita Hadchiti, direttrice del centro sociale insieme a suor Hiam Baroud, circa 500 persone, tra cui i bambini accolti nelle scuole, mostrano gravi segni di malessere e hanno bisogno di sostegno psicologico. Un team di 20 persone, tra cui due psicologi, sta lavorando per fornire consulenza per ridurre il trauma e la paura.
  • La CNEWA-Pontificia Missione è in contatto con i suoi partner nelle arcieparchie e nelle congregazioni del sud. Le arcieparchie maronita e greco-melchita di Tiro ci hanno comunicato che la maggior parte dei parrocchiani cristiani ha scelto di restare nelle proprie case, nonostante le difficoltà. Tuttavia, l’Arcivescovo maronita Charbel Abdallah ha spiegato che le condizioni delle famiglie rimaste nel Governatorato di Tiro stanno peggiorando, poiché mancano risorse economiche e non possono raccogliere le olive, proprio nel periodo principale della raccolta. Gran parte dei campi è stata bruciata, e quelli ancora intatti sono gravemente contaminati dalle bombe al fosforo che hanno colpito la zona. Sono state identificate circa 5.000 famiglie cristiane in condizioni di bisogno alimentare nelle comunità di Rmeich, Ain Ebel, Debel, Klayaa, Bourj el Moulouk, Marjeyoun, Deir Mimass, Al Khiyam, Sarada, Qana, Safad el Battikh, Braachit, Derdghaya, Tibnin, Alma el Chaab e Yaroun.
  • Le Figlie della Carità, impegnate a sostenere i più vulnerabili, sono intervenute subito per affrontare la situazione e aiutare le persone sfollate. Le suore, che gestiscono scuole, foyer, ospedali e dispensari, hanno aperto quattro dei loro centri per accogliere le famiglie in cerca di rifugio. Situati in punti strategici — a Beirut, nel Metn, a Kesrouan e nello Chouf — questi centri possono ospitare fino a 750 persone, offrendo alloggi adeguati. Attualmente, il centro di Beirut accoglie già 400 persone. Negli altri tre centri, le suore stanno accogliendo gradualmente le famiglie, con una priorità per quelle cristiane. Se necessario, la congregazione ha altri due centri nel Monte Libano e nel Nord del Libano, pronti ad accogliere ulteriori 300 persone.
  • I Padri Salvatoriani hanno aperto il seminario nella regione di Kisrawan per accogliere le famiglie in cerca di un rifugio sicuro e di una comunità solidale. Al momento, il seminario ospita 35 persone provenienti da diversi villaggi del sud. Essendo una struttura di piccole dimensioni, il rettore e il personale si dedicano a soddisfare le esigenze degli sfollati, offrendo cibo e kit igienici essenziali.
  • Le Suore Salvatoriane gestiscono una struttura per anziani nel villaggio costiero di Damour, nella regione di Shuf. A causa del progressivo aggravarsi della situazione nella regione, le suore offrono rifugio ad alcune famiglie cristiane, circa 15 persone, fuggite dal villaggio meridionale di Yaroun.
  • Le Suore Francescane di Maria Immacolata gestiscono una scuola nella regione di Jbeil. Nei giorni scorsi, le suore hanno accolto 10 cristiani in fuga dal villaggio meridionale di Tibnin.
  • Le Suore del Santissimo Sacramento di Ain Warka, nella regione di Kisrawan, gestiscono una scuola dove hanno accolto quattro famiglie, circa 18 persone, bisognose di materassi, cuscini, coperte e latte per i bambini, oltre che di pannolini e kit per l’igiene.
  • Il Comitato Congiunto Cristiano e le Piccole sorelle di Nazareth nel campo profughi di Dbayeh, dove vivono circa 500 famiglie palestinesi e siriane, hanno accolto 30 famiglie sfollate provenienti da diverse zone del Libano.
  • La Congregazione delle Suore di Gesù e Maria, impegnata a sostenere le famiglie povere della zona di Bourj Hammoud a Beirut, ospita 80 famiglie provenienti dal sud del Libano, da Debel e Ain Ebel, che necessitano di cibo, prodotti per l’igiene e pannolini.

La CNEWA-Pontificia Missione ha pianificato un intervento che prevede il sostegno a diverse necessità urgenti, per un importo totale di $700.000:

  1. Distribuzione di pacchi alimentari, pacchi igienici e kit a circa 8.000 famiglie ($560.000)
  2. Fornitura di materassi, cuscini, coperte e altri articoli essenziali per circa 2.000 persone ($90.000)
  3. Offerta di supporto psicosociale per circa 500 bambini e madri per un periodo di tre mesi ($50.000)

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